L'essere umano, la teoria dei sistemi e il campo morfico

Secondo la visione olistica orientale ogni individuo è un essere vivente che oltre alla struttura fisica, normalmente percepita, è composto dai recettori e scambiatori di energia sottile (chakra) dai circuiti energetici (meridiani, nadi, ecc...), attraverso i quali scorre l’energia vitale e da campi elettromagnetici (aure, corpi sottili, ecc...) che compenetrano e circondano tutte le forme viventi. Ognuno di essi possiede una diversa densità caratterizzata da una specifica velocità vibratoria, i più conosciuti sono il corpo doppio o astrale e quello eterico che circonda e compenetra quello fisico.

Attraverso il nostro corpo fisico e il sistema energetico la nostra Psiche (Anima) si relaziona con il mondo.

Dagl'anni novanta si iniziò a parlare di “campo cosciente” alias campo morfico, campo morfogenetico o ideo-morfogenetico ossia, dei “campi ricordi” che contengono e trasmettono informazioni sia sul nostro vissuto, sul proprio sistema familiare sia sulla propria specie.

Il singolo individuo è un microcosmo che rispecchia il macrocosmo o gruppo di appartenenza, la famiglia e la società, che sono di fatto un sistema ossia, un complesso di elementi che interagiscono tra di loro.

 

La teoria sistemica nacque tra il 1940 e il 1950 da un gruppo di studiosi tra cui matematici, fisici ed ingegneri. Per "sistema" si intende una unità intera e unica che consiste di parti in relazione tra loro, tale che l'intero risulti diverso dalla semplice somma delle parti e qualsiasi cambiamento in una di queste parti influenzi la globalità del sistema stesso.

La teoria sistemica si occupa di studiare e comprendere le regole strutturali e funzionali che compongono e regolano ogni sistema.

 

Norbert Wiener trovò che il sistema, che è una banca dati di informazioni delle attività passate, usa la comunicazione tra le varie parti per funzionare, autoregolarsi e sopravvivere inoltre, l’informazione riguardante i risultati delle attività passate vanno ad influenzare il futuro. Questo processo si chiama di retroazione autocorrettiva e lo stesso Wiener denominò l’investigazione scientifica dei fenomeni autocorrettivi CIBERNETICA (dal greco Kybernetes timoniere, pilota), che comprende quindi lo studio di autoregolazione, auto-riproduzione, adattamento, elaborazione ed immagazzinamento dell’informazione.

 

Gregory Bateson venne a contatto con il pensiero cibernetico e pensò immediatamente che potesse essere applicato per descrivere le interazioni umane. Essendo un antropologo, desiderava riuscire a spiegare che sia l’uniformità che la variabilità dei comportamenti umani nelle diverse culture sono governati da regole ben precise.

 

Rupert Sheldrake sviluppò l'idea che ogni membro di ogni specie, attinga alla memoria collettiva della propria specie sostenendo che un’eredità viene trasmessa non solo tramite i geni, ma anche attraverso un sistema regolato e gestito da campi organizzativi invisibili, che lui chiama, per l'appunto, “morfogenetici” ossia, dei campi di forza o campi energetici (campi ricordi) che trasmettono informazioni. Queste informazioni tramandate sono principalmente responsabili dell’organizzazione specifica dei sistemi a tutti i livelli di complessità e quindi della forma che sia i vegetali sia gli animali assumeranno durante lo sviluppo.

Questo collegamento con le esperienze dei componenti del passato della propria specie permette di accedere ed elaborare le informazioni che vengono condivise nel tempo presente, per mezzo di una "risonanza morfica", fra i componenti dei gruppi della stessa specie, contribuendo a un'ulteriore sviluppo della specie stessa.

 

Claude Sabbah

Il Dott. Claude Sabbah nel 1995, ispirato dal lavoro del dottore Ryke Geerd Hamer e da altri ricercatori, ideò un nuovo approccio terapeutico olistico chiamato La biologia totale. Questo metodo consente la decodificazione biologica delle malattie e degli incidenti sotto tutti i loro aspetti, come la ricerca del loro senso, della loro programmazione nella storia personale e familiare della persona.

Sabbah concepisce la malattia non più in termini di fatalità da combattere ma come una opportunità di sopravvivenza allo stress nata dal conflitto psicobiologico e dal potere programmante del cervello nel rapporto emozioni-pensieroorgano che agisce su tutto il corpo.

I geni delle cellule sono considerati semplici selettori di frequenze dei campi di memoria olografica, dei risuonatori che permettono alle cellule di collegarsi alle frequenze del sistema di memoria alle quali sono legati. Questo sistema è chiamato campo IDEO-MORFO-GENETICO e comportamentale una sorta di ologramma che conserva la memoria della forma e dei comportamenti delle specie, su cui tutti i vegetali e gli animali di una specie e di un dato luogo sono collegati.

La biologia totale quindi, è la filosofia della relazione logica tra la memoria delle idee (fissazioni, pensieri ossessivi, forti desideri inespressi o aspettative mancate) e la loro realizzazione (i fenomeni riconosciuti come malattie o avvenimenti traumatici).

Riassumendo:

I disturbi di salute ed anche di comportamento appaiono quando il potere programmante del cervello nel rapporto emozioni-pensiero-organo non può trovare la soluzione ad un conflitto che dura da tempo e che gli provoca uno stress, chiamato conflitto biologico, e che agisce su tutto il corpo. Pertanto, nello stesso modo in cui programmiamo la nostra memoria e la nostra realtà, nella misura in cui noi pensiamo ed agiamo, noi possiamo sicuramente deprogrammare.

Non c’è alcuna fatalità genetica, anzitutto perché i geni non sono la memoria ma semplicemente i risuonatori che collegano le nostre cellule su programmi memorizzati quindi, ogni programmatore può de-programmare.

 

Paul Dirac e l’equazione della bellezza.

Paul Adrien Dirac (Bristol 1902 -Tallahassee, Florida, 1984) fisico inglese, uno dei padri fondatori della meccanica quantistica nel 1933, riceve il Nobel in fisica per i suoi contributi alla meccanica quantistica.

L'entanglement quantistico o correlazione quantistica è un fenomeno quantistico, che viene a volte reso in italiano con il termine "non-separabilità".

Letteralmente entanglement vuol dire “ingarbugliato” o “annodato”, e nel mondo della meccanica quantistica descrive la reciproca dipendenza di due o più sistemi fisici, anche se spazialmente separati. L’entanglement viola il principio di località secondo il quale due eventi, se connessi, possono essere descritti da una logica sequenza di cause ed effetti.

Questo è l’entanglement: due elettroni uniti da un invisibile legame che la scienza non sa spiegare.

L’equazione formulata da Dirac nel 1928 descrive il fenomeno dell’Entanglement quantistico. Il principio afferma che:

Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in qualche modo, diventano un unico sistema. In altri termini, quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce”.

La fisica quantistica rivelerebbe quindi una realtà molto diversa da quella che ci suggerisce la nostra esperienza sensoriale e, soprattutto, molto più ricca di mistero.